A cura dell’ Ing. Fabio Balliana

“L’Italia è un territorio quasi per intero a rischio sismico e idrogeologico, localmente anche vulcanico. Da sempre. Quello che è cambiato, soprattutto dal secolo scorso, è il livello di antropizzazione, aumentato esponenzialmente spesso senza tener conto della natura del nostro territorio.

Con lo stato di conoscenze attuali i terremoti non sono prevedibili, né per sito né per intensità. Ad oggi

nessuno è in grado di dire se in uno sciame sismico si è già verificato l’evento di massima intensità. In altri termini, a corto raggio (spaziale, temporale) i terremoti NON SONO PREVEDIBILI, ma si possono solo fare stime probabilistiche sulla loro periodicità ed intensità. Numerosi parametri sono stati vagliati, come ad esempio la variazione di emissioni di radon, ma nessuno ha dato un riscontro certo e riproducibile in merito al legame con eventi particolarmente intensi.

Partendo dal presupposto di non prevedibilità, l’unica via percorribile è quella della PREVENZIONE: si osservi inoltre che la maggior parte di feriti e vittime di un terremoto non sono causati direttamente dall’evento sismico, ma dagli effetti (crollo di edifici, ponti, ecc.) dello stesso. Risulta pertanto necessario non dimenticare mai la natura del territorio nel quale costruiamo, andando oltre la percezione personale che si ha del rischio.”

L’articolo continua introducendo il tema del rischio sismico in Italia, partendo da quelle che sono le caratteristiche sismiche intrinseche del territorio nazionale al loro delicato rapporto col delicato patrimonio edilizio esistente.  

Viene poi discusso il tema della prevenzione e dell’adeguamento, con particolare specificità alla valutazione di vulnerabilità sismica, primo passo essenziale nell’iter della prevenzione.

 

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